giovedì 7 giugno 2012

Il realismo metaforico di Vladimir Kush.



Vladimir Kush nasce nella periferia di Mosca il 29 marzo 1965. Fin da bambino, Vladimir si avvicina all'arte completando gli schizzi del padre, uno scienziato appassionato di disegno, seduto sulle sue ginocchia. Dall'età di 7 anni, frequenta contemporaneamente due scuole: la mattina la scuola regolare, nel pomeriggio i corsi d'arte in una scuola sperimentale che gli consente la massima libertà artistica. Negli anni dell'adolescenza, Vladimir Kush è un fervente ammiratore di Cézanne. Oltre allo studio del pittore francese, egli sperimenta diversi stili, tra cui l'impressionismo, finchè nel 1980 scopre il surrealismo di Salvador Dalì. Raggiunta la maggiore età, viene chiamato a due anni di servizio militare, durante i quali, grazie alla lungimiranza del comandante della sua unità, passa dalla fanteria all'incarico di pittore di grandi tele e di murales. I suoi paesaggi includono quindi degli elementi militari, ma si delineano già note romantiche e fantasiose. Nei suoi dipinti, che iniziano a riscuotere successo internazionale dall'inizio degli anni '90, Vladimir Kush racconta i suoi sogni di ragazzo, con grandi spazi aperti che si estendono oltre il bosco innevato della sua infanzia, infinite praterie, l'immenso oceano... La sua arte è stata apprezzata inizialmente nel continente asiatico e, in seguito, si è diffusa in America, tanto che nel 2001 Vladimir ha aperto la sua prima galleria nelle isole Hawaii: la Kush Fine Art a Lahaina. Nel 2005 è stato inoltre pubblicato Journey to the Edge of Time, un racconto di fantascienza di 100 pagine basato proprio sui dipinti di Vladimir Kush, una sorta di diario in forma di dialogo tra eroi che intrecciano commenti sulle stesse illustrazioni. Un'odissea di buoni e cattivi con creature misteriose e echi della mitologia classica.

Vladimir Kush, Sunrise by the ocean
Ognuno dei suoi dipinti coniuga una tecnica pittorica precisa, dettagliata e delicata con una serie di simboli evocativi, caratteristiche che si mantengono inalteratie anche nelle opere scultoree. Il suo scopo è quello di riflettere il mondo nello specchio della metafora, che viene animata dai sentimenti e dal subconscio dello stesso artista. La metafora riflette senza sforzo la complessità della vita moderna, con le sue ambiguità e contraddizioni. Lo scopo dell'artista è di trovare una metafora che esprima ogni aspetto della vita reale, in modo da scuotere l'osservatore con l'inaspettato. I colori sono luminosi e vivaci e concorrono a creare le illusioni dipinte sulla tela: una foglia che in realtà si rivela una montagna attraverso cui scorre un fiume che sfocia nel mare; un enorme uovo il cui tuorlo si trasforma in un caldo sole arancione al tramonto; la scultura di una mela tagliata a metà che si trasforma in una farfalla dalle ali spiegate...

Le sue opere che fondono gli elementi in un mix di sogno e realtà, mi ricordano da vicino il surrealismo di Magritte, che con l'accuratissima tecnica del trompe l'oeil mostrava oggetti e situazioni assurde, in modo da sconvolgere lo spettatore. Quando Vladimir Kush parla della sua arte, però, sostituisce l'etichetta di surrealista che i critici d'arte gli hanno attribuito con quella di pittore metaforico realista. Per sintetizzare al meglio l'operato di Vladimir Kush e il suo credo, calzano a pennello le parole di Albert Einstein:

"L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso, facendo nascere l'evoluzione."


Vladimir Kush, Butterfly Apple
Vladimir Kush, Ocean sprout



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